"Albi illustrati e animazione alla lettura": appunti di un convegno

Ieri mattina si è tenuto a Venezia, grazie alla mia amatissima biblioteca Bettini, un convegno col prof. Livio Sossi e la sua allieva Elena Chiavone. Titolo dell'incontro "Albi illustrati e animazione alla lettura" e già mi pare che il titolo ben introduca il tema dell'incontro, quello però che il titolo non trasuda, nonostante la bella immagine di Daniele Frattolin della locandina, è la comunicatività e la passione del prof. Sossi, leggere i suoi saggi, Metafore d'infanzia (Edizioni EL) innanzitutto, già una qualche idea la da, ma dal vivo è anche meglio.
Gli spunti sono stati tantissimi e piano piano verranno fuori post by post ma un paio di cose mi paiono fondamentali: la pluriedricità e pluriformità del mondo dell'editoria per l'infanzia e dell'albo illustrato in particolare dovuta alla concezione d'infanzia che ogni autore, ogni casa editrice ha alla base del proprio lavoro.
A quale bambino pensano di rivolgersi i libri? Certo le differenze sono tantissime, dalla fascia d'età a cui vengono rivolti, alla tipologia di albo, ma soprattutto all'orecchio acerbo che ciascun autore, ed aggiungerei ciascun editore, ha e col quale capta voci di bambini diversi a cui da spazio nella pagina combinando il linguaggio del testo (che comunica anche e tanto più in assenza come nel caso dei silent book), il linguaggio dell'immagine e quello grafico.
Minimo comune denominatore di qualsiasi scelta è la qualità (non lo diremo mai abbastanza), la non standardizzazione dell'immagine come del testo. La scelta e l'edizione di libri di bassa qualità limita le possibilità di elaborazione immaginativa, cognitiva ed emotiva del lettore; se è vero che, usando l'immagine del prof. Sossi, ogni testo è una partitura musicale capiamo la complessità di elementi e conoscenze che devono stare alla base di un progetto editoriale come il libro per l'infanzia. E NON E' VERO che ai bambini piacciono i libri standardizzati, mentre è vero che è l'unica cosa che vedono e quindi non possono prevedere l'esistenza di altro se non glielo proponiamo! Questo mi pare risponda, almeno in parte, alle questioni sul libro elegante, sull'edizione ricercata, sul cosa racconta raccontare e sul come raccontare!
Come fare allora a diseducarci allo stereotipo (visto che tutti inevitabilmente ci siamo dentro fino al collo)? Facilissimo, moltiplicare le informazioni e le possibilità di incontro con cose diverse. In questo il convegno di ieri ha centrato in pieno il bersaglio visto che parlando ad una platea più o meno sensibile se non competente in materia, ci ha tutti spiazzati con nuove proposte e progetti editoriali di alcune delle quasi MILLE (chi l'avrebbe mai detto?) case editrici italiane che pubblicano per l'infanzia nel silenzio della grande distribuzione.
Meno mi ha convinto, nella disamina delle pratiche di animazione alla lettura, l'aver incluso anche il teatro con i burattini e la fantastica e fino a ieri per me ignota realtà delle animazioni de la casa dei conigli su cui ritornerò. Senza nulla togliere a queste esperienze, anzi, continuo a pensare che centrino l'obbiettivo di affabulare attraverso la narrazione non mediando l'oggetto libro....ma qui il dibattito mi pare aperto, e mi piacerebbe sapere il vostro parere in proposito.
Un dato resta certo, la strada di promozione della lettura è ancora lunga e tortuosa e mette in modo processi sociologici ancor più lunghi, proprio per questo dobbiamo puntare ad educare gli adulti a recuperare il loro orecchio acerbo nascosto in qualche anfratto del vissuto, visto che i bambini, beati loro, ce l'hanno già!


Etichette: , , , , , , , ,