"Con la testa tra le nuvole":Maranabò la 56° città invisibile

E' inutile, l'ho cercata dappertutto ma sono sicura, ricordo i nomi delle città invisibili narrate da Calvino quasi una per una.

Maranabò tra queste non c'è.

Eppure...ci potrebbe essere, un po' di essa c'è in ogni città proprio come Venezia è implicita nello sguardo di Marco Polo che mai racconta al Kublai Kan la sua città perchè in ognuna ve n'è un pezzettino.
Fate finta che il giovane veneziano vi stia narrando una nuova città, che voi siate il Kublai e che vi tocchi scoprire il mistero di un nuovo angolo del vostro impero, chiudete gli occhi e...
Macchè!!! Va bene tutto ma qui non siamo nelle Città invisibili anzi, questa è una perfetta creatura visibilissima, anzi, vive essenzialmente nella sua perfetta, bellissima, armonica, armoniosa, dolce e calma visibilità dono di un Eric Puybaret alla massima forma.

Con la testa fra le nuvole

A Maranabò si vive sull'acqua e per questo gli abitanti vivono sui trampoli, chi li ha più lunghi, chi più corti, si intrecciano relazioni a tanti livelli ma tutti rigorosamente sopra l'acqua a metà tra cielo e terra. Una perfetta città sottile, sono convinta che Calvino l'avrebbe adorata. La narrazione inizialmente sembra anche riprendere l'incipit tipico della narrazione breve del capolavoro di Calvino, poi se ne stacca per mantenerne la forma sorprendente nelle sole illustrazioni. La storia prende la sua strada, bella, significativa, emozionante (sì, adesso ve la racconto) ma le illustrazioni vanno molto ma molto più su, poggiano la guancia su una nuvola, come fa Leopoldo l'altissimo protagonista della narrazione. Leopoldo chiamato tante volte gigante perchè i suoi trampoli sono più alti di almeno 3 piani della case più alte, perchè vive lì in mezzo tra le nuvole in compagnia di una sola gazza non chiacchierina. Qualcuno ogni tanto lo chiama, ne invoca l'aiuto ma lui dalla sua vertiginosa altezza non li sente. A lui non interessano gli uomini a lui interessa solo avere la testa tra le nuvole.
Leopoldo però ha la faccia e il corpo di un ragazzo e nonostante le relazioni umane sembrano non riguardarlo, quando la gazza decide di passare una serata tra gli uomini per la festa del paese, la notte più lunga dell'anno (e manca davvero poco!), per la prima volta avverte la solitudine, per la prima volta guarda in basso.


Bè, almeno ci prova perchè con quei trampoli che portano in cielo guardar giù non è poi mica tanto semplice, Leopoldo si ingegna, scala al contrario i palazzi, si abbassa abbastanza da udire il dispiacere di tutti perchè la festa attorno al falò non potrà avere luogo, ogni residuo di legna è andato perduto, tutti a casa e lanterne spente.


Ma in fondo, a che servono dei trampoli tanto alti se non si possono nemmeno ascoltare i pensieri delle persone? Tutto accade fuori scena ma Leopoldo, possiamo immaginare, taglia velocemente in rametti i suoi sottilissimi ed altissimi trampoli ed alimenta il fuoco più lungo e bello che Maranabò possa ricordare, un fuoco che ha brillato per 70 giorni! Un fuoco che, paradossalmente, ha portato Leopoldo all'altezza dell'acqua, a prendere gli schizzi ed a ridere della felicità degli altri.

Ancora oggi, a Maranabò,
tutti ricordano quegli incredibili trampoli rossi,
In piazza delle Lagune, le loro braci
sono calde tutto l'anno.
E Leopoldo, sul filo delle onde,
sarà per sempre il più grande nel cuore della gente.

Capirete che ai bambini questo albo ha fatto impazzire, alla mamma non ne parliamo proprio e la soddisfazione poi di vederli correre a prendere l'altro albo dello stesso grande formato, dello stesso autore poi è impagabile! Il tratto di Eric Puybaret è esattamente ciò che addolcisce e rasserena la vista, le dizioni Giralangolo avevano già portato in Italia un suo titolo nella collana "Sottosopra" (di cui vi ho parlato qui): Il grande libro dei mestieri con tavole splendide e testi meno ma un gran bell'albo.
Ma questo, Con la testa tra le nuvole, non ha paragone, la costruzione perfetta, il ritmo è cadenzato, le tavole grandi e il color carta da zucchero dominante sono appaganti per la vista di adulti e bambini. L'albo è molto grande, come l'altro, e la casa editrice non l'ha inserito nella collana dei picture books, degli albi illustrati senza mettergli alcuna "targhetta" ulteriore e ha fatto bene. Questo è un albo in cui poter semplicemente e dolcemente perdersi, tra lagune e schizzi che non mi sono affatto estranei ma che diventeranno familiari agli occhi di qualsiasi Kublai si sia messo all'ascolto.

Mi permettete una nota a margine? Giralangolo è una casa editrice del marchio EDT che da qualche anno sta aumentando sempre più la qualità dell'offerta nel campo degli albi illustrati e dei progetti editoriali. Mi piace molto e, nonostante non tutti i libri siano alla stessa altezza dei trampoli di Leopoldo, il tipo di lavoro che sta portando avanti è davvero notevole. Tra qualche giorno vi racconto la mia collana Giralangolo preferita: le Milleunamappa.
 

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