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lunedì 14 novembre 2016

"Il bacio della principessa"

Affezionati dei lunedì di Dahl a cura di Adolfina de Marco oggi sarete molto contenti, almeno quanto lo sono io, si ricomincia con i lunedì a cura Adolfina! Ogni settimana una recensione o proposta diversa...si comincia con
Il bacio della principessa Fernando Almeno illustrato da Ulrike Müller, Matilde editore.


Che differenza c’è tra un principe rospo e un rospo principe? La differenza c’è, perché un principe rospo nelle fiabe si trasforma in un bellissimo giovanotto dopo il bacio della principessa, ma quando si tratta di un rospo principe la situazione è più complicata. Lo svela lo scrittore e sceneggiatore spagnolo Fernando Almena nel suo racconto Il bacio della principessa, tradotto per Matilda editrice da Luisa Staffieri. La differenza è ciò che si desidera e per il quale si è disposti a tutto. La protagonista Rospina è una rospa, figlia unica, adorata dai genitori Rospo e Rospa che la riempiono di attenzioni. In quel regno, cresceva festosa e solare la vispa principessa che desiderava avere una moto più di ogni altra cosa al mondo. Per i genitori delusi e smarriti arrivò il giorno in cui la principessa Rospina compì il suo diciottesimo compleanno e chiese nuovamente una moto. I regnanti presero una seria decisione per la figlia e diffusero la notizia che cercavano un principe che potesse chiederla in sposa.
Fino a questo punto la storia, una fiaba moderna per meglio intenderla, avrebbe seguito tutte le “tappe” di una consueta trama fatta di rospi principi e principesse; ma questa è speciale e il lettore viene rovesciato a testa in giù: nel mondo non esiste un rospo principe e quell’unico rimasto era stato trasformato in principe umano da una terribile fattucchiera. Bisognava trovare un principe disposto a baciare la principessa Rospina e non era cosa semplice ma, come succede nelle fiabe, un giorno il principe arrivò e non uno qualunque ma un animalista, che per baciare una rospa non si faceva alcun problema, perciò il giorno delle nozze si presentò su un bianco scudiero e baciò la futura sposa. Così fu e fu anche che il principe si trasformò nel più grande dei desideri di Rospina: una moto.
Un finale che suscita ilarità e una trama lineare costruita con elementi che richiamano le fiabe classiche ma allo stesso tempo pieghettata nei modi adulti di provocare il riso e andare oltre con lo sguardo.
Cancellata qualsiasi traccia di omologazione, di stereotipia nel soggetto, l’occhio cade anche sulla scelta dei disegni della tedesca Ulrike Müller per rappresentare i rospi per niente mimetizzati con sembianze antropiche quasi a dichiarare l’autenticità del messaggio che questo racconto lancia.
Alle bambine di oggi e a quelle che verranno libere di sognare i sogni che vorranno, come si legge nella dedica.
Un racconto dal tono allegro, diretto e provocatorio che ci invita a scegliere il mezzo con il quale percorrere le strade del nostro mondo per essere libere.  

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