Babbo natale e la sospensione dell'incredulità

Oggi si sono incontrati nei miei rimuginamenti due scintille che hanno acceso il fuoco di queste poche riflessioni legate ad un tema importante: Babbo Natale e la sospensione dell'incredulità.

Da Babbo Natale di Raymond Briggs


Prima scintilla: l'incredibile fiducia incondizionata nella magia che anima spontaneamente e direi "resistentemente" i bambini riguardo l'essenza di Babbo Natale.

Seconda scintilla: l'articolo di Franco Lorenzoni della scorsa domenica sul Sole 24 ore, che potete leggere qui.

In questi giorni in cui, noi che abitiamo nella parte fortunata di questo maltrattato mondo, coccoliamo, accogliamo e sosteniamo l'idea dell'esistenza di Babbo Natale, mi sono trovata spesso a riflettere e a chiedermi cosa è che permette ad una bambina o ad un bambino, contro ogni evidenza della ragione, davanti ad ogni contraddizione possibile e immaginabile, di credere strenuamente nell'esistenza indiscutibile di Babbo Natale.
Indiscutibile perché non è data la possibilità nemmeno per scherzo di pensare che la magia non sia vera. E' molto ma molto più "semplice" cercare e trovare ipotesi possibili assolutamente assurde per capire come farà questo povero vecchione a entrare in tutte le case, a fare il giro del mondo, a ricordarsi proprio tutte le richieste, piuttosto che cedere alla ragione. Quando i bambini mi chiedono un parere a riguardo personalmente mi appello alla magia e dico la verità: non ho la più pallida idea di come sia possibile che tutto questo accada ma è un fatto che accade.

Se ci pensate è davvero così, se assumiamo il punto di vista rovesciato: non ho la più pallida idea di come sia possibile che i bambini credano che tutto questo accada ma è un fatto che accade.

L'altro giorno tornando a casa ho lasciato i mie figli andare avanti con le chiavi e io sono arrivata due minuti dopo, il tempo di vedere tre ragazzini della secondaria passare ridendo e vedere mia figlia che mi corre incontro per dirmi "Mamma, ci hanno detto che Babbo Natale non esiste, che stupidi! Ma se esiste come fanno a dire che vero!"

Pura tautologia basata su un'evidenza...invisibile.

Se non è sospensione dell'incredulità questa ditemi cos'è!

E qui arrivo alla seconda scintilla di cui una volta di più ringrazio Franco Lorenzoni:
Il grande gioco intorno all'esistenza di Babbo Natale ci ricorda la straordinaria capacità infantile di credere e non credere al tempo stesso, perché i bambini sono maestri di quella sospensione dell'incredulità, che è qualità umana fondamentale, senza la quale non ci sarebbe arte né possibilità di godere dell'arte.
Non avevo mai messo insieme questi due elementi, da molto tempo mi occupo di letteratura ma mai avevo pensato che la base su cui si fonda, ovvero la sospensione dell'incredulità da parte del lettore, sia in fondo la stessa che dà vita a Babbo Natale....

Nessuna storia, nessuna, può prescindere dallo stipulare un patto col proprio lettore o lettrice che abbia 2 o 85 anni e questo è vero anche quando a Babbo Natale non siamo più disposti a credere da un pezzo. Cosa vuole dire questo? Secondo me questo vuol dire che quando leggiamo emerge una parte dell'umano in grado di aderire ad altri mondi, un punto a favore, anzi 1000 punti a favore della letteratura che alla faccia di ogni razionalismo, razionalità, incredulità, cinismo e chi più ne ha più ne metta, ci sospende e ci rende creduloni.

Una differenza forse intravedo tra i lettori adulti e bambini, l'adulto cade nella lettura e ne esce domandandosi se è davvero tutto vero, il bambino, come Pesciolino, non se lo domanda, SA che è tutto vero.

Per questo sono fermamente convinta che Babbo Natale esiste davvero perché le storie esistono e sono vere. Se possiamo immaginarle vuole dire che ci sono.

E' un pensiero cartesiano?

A voi la scelta, io vi lascio qui e continuo a pensare al giorno in cui tutto questo lo userò per arginare l'inevitabile lacerate delusione che purtroppo arriverà quando ai libri crederemo ancora e a Babbo Natale no e speriamo che questo giorno, ch'anco tardi a venir, non sia troppo grave.

Cogito Babbo Natale, ergo est






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