Prime letture autonome parte seconda

Loredana Farina, a cura di, La casa delle meraviglie, Topipittori. 2013.
Non c'è niente da fare, questo tema delle letture autonome mi appassiona, sarà perché mi pare sia la soglia di accesso alla grande narrativa e dunque alla letteratura in ogni senso la vogliate intendere, ma tant'è, questo è il post che avevo dedicato qualche giorno fa alla questione ed oggi mi piace condividere qualcosa che ho letto in proposito.
Leggendo e rileggendo EL: Metafore dell'infaniza di Livio Sossi (Einaudi ragazzi, 1998), bello e utilissimo saggio sulla storia di una delle più importanti case editrici per l'infanzia italiane, ho ritrovato espresso molto meglio di quanto abbia fatto io il concetto che volevo esprimere con la prima parte di "Prime letture". A proposito della storia della collana "Le letture" inaugurata nel 1981, prima a prevedere 5 livelli di lettura adeguati all'età, Sossi scrive: " I cinque livelli di lettura rispondono, dunque, ad un percorso metodologico graduato che conduce il bambino a dominare il linguaggio scritto: un a gradualità logica, psicologica e linguistica nella lunghezza dei testi, nell'uso dei caratteri tipografici e nella presentazione dei contenuti. Si sviluppa così la tassonomia della narratività (corsivo dell'autore) che partendo da un linguaggio vicino a quello della lingua orale e all'idioletto del bambino (nei volumi "rossi"), giunge ad un linguaggio letterario dalla costruzione sintatticamente più complessa per la presenza di altri codici grammaticali" (p. 56).
Ecco proprio quello che volevo dire!
E poi lasciatemi dire quanto mi piacciono i testi che raccontano la storia di come nascono i libri...il "dietro che c'è" o chi c'è. In questi tempi ne sono usciti un paio dedicati uno alla storia dell'editoria negli anni Settanta (I nostri anni '70. Libri per ragazzi in Italia, Corraini, 2013) ed uno a quella della casa editrice Emme (poi non a caso confluita con la El e la Einaudi) di Rosellina Archinto e quindi della Babalibri (La casa delle meraviglie (a cura di Loredana Farina, Topipittori, 2013). Un lavoro monumentale e bellissimo venne invece fatto parecchi anni fa per la storia dell'Einaudi da Luisa Mangoni, Pensare i libri, Bollati Boringhieri.
Perché amare i libri vuol dire leggerli ma anche avere consapevolezza che qualcuno li ha amati e pensati molto prima di noi, con una progettualità e professionalità finalizzate alla bellezza.


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