Secondo lunedì dedicato alla bella mini
rubrica di Teste fiorite scritta e condotta dall'amica ed esperta preziosissima Adolfina de Marco dedicata a Roald Dahl in quest'anno di celebrazioni in suo onore, e alla narrativa dei grandi libri per bambini e ragazzi.
Oggi: La magica medicina
Roald
Dahl ha lasciato una grande eredità al mondo dell’infanzia. Il suo
lascito non è fatto solo d’inchiostro ma anche di sensibilità e
attenzione per le affezioni che possono rendere grave la vita di un
bambino.
La
Roald Dahl’s Marvellous Children’s Charity è
un’associazione che assiste migliaia di bambini affetti da
particolari patologie fornendo personale specializzato, strumenti per
la cura e anche attrezzature per il divertimento dei piccoli
pazienti. Roald Dahl, maestro di mirabolanti trasformazioni, di
metamorfosi esagerate, di eccentriche alterazioni, si diverte ad
usare la penna per dare vita ad una nuova medicina che possa
migliorare la salute delle persone.
La
magica medicina è un romanzo (edito da Salani e illustrato da
Quentin Blake) “Dedicato ai medici di tutto il mondo”. Così
scrive l’autore perché le medicine -nei romanzi- hanno una
consistenza primordiale, un insieme di elementi di varia natura che,
mescolati assieme, possono dare origine anche a nuovi esseri.
Protagonista del romanzo è il bambino George il quale, un sabato
mattina, viene lasciato in compagnia della nonna che non perde
occasione per tiranneggiarlo. Stanco “di dover vivere nella stessa
casa di quella vecchiaccia gracchiante e ingrugnita...”,
ossessionato dalla sua medicina, spaventato dai suoi racconti
raccapriccianti, decide di preparare una nuova medicina che abbia
l’effetto di migliorare la nonna.
La preparazione dura a lungo
perché George sceglie gli ingredienti più vari e strampalati: dal
dopobarba alla vernice, dallo smalto al dentifricio, tutto viene
messo in un pentolone, portato ad ebollizione e finalmente
somministrato alla nonna con il consueto cucchiaio d’argento.
L’effetto sulla vecchia è immediato, infatti comincia a crescere
smisuratamente fino ad forare il tetto. Finalmente la nonna è
cambiata!
Il seguito del romanzo è un susseguirsi di vicende per far
ritornare la nonna alle dimensioni normali ma senza risultati.
Una
storia di ribellione, ecco come si può definire questo romanzo e
anche in questo Dahl ha lasciato una grande eredità. Citando Georges
Jean, lo studioso Jack Zipes scrive nel suo saggio Chi ha paura
dei fratelli Grimm?Le fiabe e l’arte della sovversione
(Mondadori 2006) che le fiabe usano gli elementi fantastici e
miracolosi per prepararci alla nostra vita quotidiana e la magia
viene usata per illuminarci, non per illuderci o ingannarci. Nelle
sue opere Dahl alterna conformismo e sovversione, lasciando
all’infanzia il potere di emanciparsi partendo dal vissuto
quotidiano e dagli “ingredienti” che ha a disposizione.
Al prossimo lunedì con un altro strepitoso racconto di Dahl e la nostra bravissima Adolfina che oltre che ai suoi studi, alle sue creazioni e alle recensioni sulla prestigiosa rivista
Liber si dedica anche a Teste fiorite, grazie!
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