"Versi perversi" Lunedì di Dahl

Questa edizione della rubrica del lunedì di Dahl a cura di Adolfina de Marco capita a fagiolo, come si suol dire, con le incursioni che da qui in poi tenteremo nei territori vasti e poco inesplorati della poesia per bambini.
Che c'entra Dahl con la poesia?
Beh, forse è più noto come scrittore di narrativa, indubbiamente, ma vi garantisco che la rilettura in versi di alcune favole che lui ha proposto in Versi perversi vi colpirà profondamente!


La lingua di Dahl anima un mondo fantastico. Il suo potere compositivo, fatto di parole, crea tanti mondi accessibili, realtà in cui l’infanzia sa riconoscersi. L’infanzia e l’adolescenza di Dahl sono state segnate da esperienze scolastiche che hanno lasciato in lui profonde cicatrici. La sua lingua è un ponte per raggiungere qualsiasi persona, una tra le mille possibilità che possiamo creare per comprenderci e accettarci. In questa raccolta di versi dal titolo Versi perversi, tradotti da Roberto Piumini, il bandolo della matassa sono le fiabe raccontate ai bambini, quelle della tradizione classica, proprio quelle nelle quali si riconosce l’universo umano. Dahl le ribalta e sussurra al lettore, come un diavoletto, che in realtà gli adulti non ci hanno detto la verità sulle fiabe. Versi perversi è un’opera di “rodariana memoria”, che utilizza la tecnica del taglio e del ritaglio per costruire fiabe con le fiabe e dare un prodotto bislacco, spia di quell’umorismo tanto caro a Dahl al quale aggiunge un pizzico di crudeltà che ha presa istantanea nell’immaginazione dei lettori. In questa raccolta le protagoniste femminili spiccano per sagacia, coraggio e …buon senso; la mite Cenerentola esprime un desiderio alla Fata che rovescia uno stereotipo di matrimonio:

Fata gentile, sarò più prudente:
non voglio Principi o simile gente:
non qualcuno straricco e strapotente:
vorrei un uomo semplice e decente.

Cappuccetto rosso, invece, è interprete di un ruolo cinico nella sua fiaba:

Che splendida pelliccia hai addosso!
Ma no! protesta il Lupo. Cosa fai?
Dovevi dire:”Che gran denti hai…
Comunque è irrilevante la questione,
perché ora ti mangio in un boccone!”
La bimba rise e senza una parola,
dalle mutande levò una pistola…

Ormai la sua fama di sicaria è dilagata nel mondo delle fiabe e l’ultimo dei tre porcellini si rivolge a lei per risolvere una questione lupesca “che lei sa come trattare”:

…la bimba ride e non dice  parola,
leva dalle mutande una pistola…

ma il povero porcellino non sa cosa gli aspetta:

Finisce ora il racconto per le spicce
Non solo Cappuccetto ha due pellicce,
ma, guarda caso, ha un’originale
borsa da viaggio in pelle di Maiale.

Edito da Nord-Sud e illustrato da Quentin Blake, il libriccino esprime l’attitudine al gioco linguistico di Roald Dahl, espresso con la burla e con l’interesse anche di stupire rovesciando gli orizzonti sui quali troppo spesso gli adulti adagiano lo sguardo. Dahl conosce lo sguardo del bambino e la scintilla che anima il suo cuore mosso da una curiosità priva di limiti imposti da un fermo e razionale rapporto con la realtà. Questo è uno dei motivi per cui le sue opere continuano ad essere amate.

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